Venerdì santo
Torna all’indice
Giorno di Cristo crocifisso. Giorno di astinenza e digiuno
“In questo giorno in cui ‘Cristo nostra Pasqua è stato immolato’, con effetto manifesto si sono compiute le cose che a lungo erano state promesse sotto misteriose prefigurazioni: che la vera Vittima prendesse il posto della vittima che la indicava e con un solo sacrificio si portasse a compimento la differente molteplicità dei precedenti sacrifici (cfr. S.Leone Magno, disc. 58). Fissando lo sguardo sulla croce del suo Signore e sposo, la Chiesa commemora la propria nascita e la propria missione di estendere a tutte le genti i felici effetti della passione di Cristo che oggi celebra, rendendo grazie per così ineffabile dono” (Cerimoniale dei Vescovi, 312).
Nelle parrocchie “si raccomanda che l’Ufficio delle Letture e le Lodi mattutine siano celebrati con la partecipazione del popolo” (PCFP 62).
Celebrazione liturgica della passione e morte del Signore, alle ore 15 o nell’ora più adatta a riunire i fedeli (non oltre le ventuno). All’inizio della celebrazione il rito della prostrazione del sacerdote e dei ministri, proprio di questo giorno, esprime la mestizia dolorosa della Chiesa (PCFP 63-71).
La preghiera universale si svolga in tutta la sua ampiezza: è il modo migliore per manifestare il carattere universale della salvezza ottenuta dalla morte di Cristo in croce. Nell’intenzione per i catecumeni ricordiamo coloro che nella nostra Diocesi si preparano a ricevere i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana.
*Giornata mondiale per le opere della Terra Santa (colletta obbligatoria). La Diocesi di Como devolverà le offerte raccolte al Patriarcato Latino di Gerusalemme.
Per rispettare l’Azione liturgica – che non prevede affatto la questua, e deve iniziare, ma anche concludersi in assoluto silenzio – al termine dell’orazione dopo la comunione e prima dell’orazione sul popolo – si avvertano con breve didascalia i partecipanti che le offerte per la Terra Santa saranno raccolte all’uscita (con la collaborazione di incaricati presso le porte).
Dove è tradizione svolgere la processione “del Cristo morto”, questa sia fatta in un clima di austerità, silenzio e preghiera. La processione non deve sostituire la partecipazione all’azione liturgica della passione del Signore, a cui va dato il primato (DPPL 143).
Torna all’indice